Dal Salone

Il Premio Ernesto Ferrero - Fondazione CRT

Il nuovo progetto per valorizzare le scelte editoriali più innovative al Salone

Il Premio Ernesto Ferrero – Fondazione CRT nasce quest’anno con l’obiettivo di valorizzare le scelte editoriali più innovative tra quelle presentate ogni anno al Salone Internazionale del Libro di Torino. Scelte spesso coraggiose, che sanno avvicinare lettrici e lettori e riempiono dei vuoti nel panorama letterario.

L’editoria è l’anima del Salone e per questo il Salone Internazionale del Libro di Torino e la Fondazione CRT – da sempre al suo fianco nella promozione della lettura attraverso un contributo significativo – hanno deciso di istituire un riconoscimento annuale che sarà assegnato a tre progetti strettamente legati all’editoria libraria: casa editrice, marchio, collana, inprint, rivista.

Il Premio, avrà anche una forte valenza sociale: al termine del progetto, 1200 copie di libri pubblicati dagli editori premiati saranno distribuite a 20 realtà italiane impegnate nella promozione della lettura. Le realtà saranno selezionate attraverso una call pubblica, rafforzando così il valore culturale e sociale dell’iniziativa.

I vincitori della prima edizione

 

I tre vincitori della prima edizione sono stati TamuSabìr Editore e Edizioni Henry Beyle.

Le motivazioni della scelta dei vincitori sono statie annunciate durante la premiazione del Premio Ernesto Ferrero - Fondazione CRT, che si è tenuta durante il Salone del Libro, domenica 18 maggio alle ore 13 in Sala Blu. In questa occasione gli editori sono stati invitati a raccontare il proprio lavoro editoriale. 

La cerimonia di premiazione

Le motivazioni del premio

Tamu

Casa editrice indipendente nata in un anno difficile per il mondo intero, il 2020, ha visto la luce nel centro storico di Napoli dalla Libreria Tamu, fondata due anni prima. Tamu, nella Terrazza proibita di Fatema Mernissi, sociologa marocchina, è una donna berbera combattente in un mondo, quello del Marocco di metà ’900, disegnato a misura dell’uomo bianco. Tamu arriva in sella a un cavallo spagnolo, avvolta in un mantello bianco di foggia maschile e con in testa un copricapo femminile, per non farsi sparare dai soldati. Tamu evoca il coraggio e la differenza, e mostra lo sguardo da sud. Questa casa editrice che come primo libro in assoluto ha pubblicato, con grande successo, bell hooks, autrice femminista afroamericana, parte proprio dal margine, per citare ancora bell hooks, e dà voce e racconta le sfide lanciate dai movimenti femministi e antirazzisti. 

Ma non solo: dal margine porta le migrazioni, le eredità del colonialismo e la crisi ecologica del pianeta in un luogo centrale della nostra società. E quindi dell’editoria. Tamu si muove lungo le contraddizioni della realtà contemporanea, ha ideato e pubblicato una rivista di arti e letterature arabe contemporanee molto apprezzata, Arab Pop, e pubblica narrativa e saggistica con uno sguardo sempre da Sud a Sud. 

Dall’elogio del margine è arrivato anche il saggio Prostitute in rivolta, di Mac e Molly Smith, sex worker e attiviste femministe: lo spazio di ragionamento che non c’era, adesso c’è grazie a Tamu. Oltre a essere una casa editrice innovativa, Tamu è anche un’esperienza di incontro e aggregazione e di scambio di idee che moltiplicano le scoperte possibili attraverso i libri e le parole.

 

Sabir editore

Parte dalla Romagna, da Savignano sul Rubicone, il progetto di Sabir editore, nato alla fine del 2019 nell’ambito della cooperativa sociale Koiné, e maturato nel 2020 con la prima pubblicazione, l’albo La vita nascosta delle cose, di Marianna Balducci, autrice e illustratrice riminese.

Il lavoro editoriale di Sabir, prevalentemente dedicato a libri per i lettori e le lettrici più giovani, si caratterizza per la sua matrice territoriale: un territorio-casa da cui operare per sviluppare un’identità volta alla diffusione della lettura, della conoscenza, del sapere. Come insito anche nel nome scelto: Sabìr, parola che in una lingua franca che mescola italiano, spagnolo e voci arabe, significa “sapere”.

Il sapere, la crescita, la conoscenza compongono così il progetto e l’obiettivo dell’editore, che si realizza in un catalogo assai variegato che unisce autori e autrici già noti ad esordienti ricchi di talento, e che evidenzia la ricerca di storie e immagini che conducano lontano lettori e lettrici di diverse età, per poi farli sentire – ovunque essi siano – vicini, a casa, parte di una comunità inclusiva.

Spiccano, in questa direzione, alcuni titoli meno tradizionali: sono quaderni, album, bustine di figurine, raccolti nella collana Esplorazioni. Chiedono ai bambini e alle bambine di essere protagonisti, di essere vivi, di raccogliere, di accogliere. Nell’Album dei 100 bambini, c’è un rimando esplicito alla dimensione più creativa e pedagogica dell’opera di Gianni Rodari. Nei Quaderni sabiri, frutto della collaborazione con “Il Grillo Parlante”, cooperativa onlus di Napoli, i libri diventano parte di un progetto sociale comune contro la dispersione scolastica.

Sono alcune figurine di un disegno complesso: con i libri costruire ponti, comunità, dimore.

Edizioni Henry Beyle

La casa editrice Henry Beyle, fondata nel 2009 dal bibliofilo Vincenzo Campo, omaggia il vero nome di Stendhal e celebra ogni giorno da sedici anni la preziosità dei libri: affidandosi a metodi di stampa antichi nelle forme classiche della composizione monotype e linotype ma anche in quelle contemporanee dell’offset su carte di pregio e in tiratura limitata. Testi brevi, poco noti o dimenticati di grandi autori del Novecento non solo italiano. 

Questi libri sono prima di tutto un piacere per lo sguardo e per il tatto, e rimandano alla cura della casa editrice per i particolari: Henry Beyle ha riportato in Italia lo spirito del lavoro artigianale di grande valore materiale, ricordandoci che anche un prodotto editoriale contemporaneo può avere il valore di un oggetto da collezione. 

È la celebrazione della bellezza e delle parole, in particolare delle parole su carta, che rimanda anche alla necessità di usare un tagliacarte, trasformando così la lettura in un rituale di pregio. Dal 2009, quando uscì la prima collana, la «Piccola biblioteca degli oggetti letterari», le collane sono diventate quattordici, i titoli duecento, e Henry Beyle ha pubblicato grandi autori del Novecento, compreso Ernesto Ferrero che di Henry Beyle è stato un grande estimatore fin dalla sua nascita. Giorgio De Chirico, Walter Benjamin, Umberto Saba, Giovanni Papini, Ernest Hemingway, Gio Ponti, Aldo Palazzeschi, Umberto Eco, George Simenon, Andrea Camilleri, Leonardo Sciascia. Lo sguardo al passato di Henry Beyle mira diritto verso il futuro, come modello di attenzione, cura e ricerca per una continua innovazione editoriale.