Alessandro Russo

Mi presento, sono Alessandro Russo, un autore, magari un artigiano della scrittura con tanto ancora da imparare, che scava nel profondo delle esperienze umane e prova a trasformarle in storie che parlano al cuore. Nato e cresciuto in Italia, nel quartiere operaio di Bagnoli, nella eccitante città di Napoli, 50 anni fa, ho sempre nutrito una passione per la narrativa che va ben oltre la semplice scrittura: è una ricerca costante di verità, di bellezza e di resilienza. Mi occupo di robotica e automazione industriale, attività che mi tengono costantemente in contatto con le sfide del mondo moderno. Tuttavia, è nella scrittura che ho trovato il mio rifugio, quel luogo dove il tempo si fa elastico e dove ogni ricordo, ogni dolore e ogni gioia diventa parte integrante del percorso creativo. In Il nodo del tempo, esploro la complessità dei legami familiari e il peso della memoria, intrecciando storie di amore, perdita e speranza. Il libro si presenta come un mosaico di episodi che si susseguono, ciascuno dei quali cattura un frammento di esistenza, un pezzo di storia personale e collettiva. Con un’architettura narrativa articolata in più parti – dalle radici, alle distanze che si annullano, fino alla lotta sociale e alla programmazione del futuro – il romanzo si propone non soltanto come racconto della vita di una famiglia, ma come una metafora del tempo stesso. Sto lavorando ad un racconto breve, una sorta di spin-off che possa rafforzare certi concetti e dare spessore a certi personaggi che nel libro non hanno avuto molto spazio ma che nella vita di altri personaggi hanno invece lasciato un segno tangibile e modificato la loro parabola della crescita morale e personale. Ho scelto di narrare questi eventi in modo epistolare, un formato che permette di dare voce a personaggi che altrimenti rischierebbero di essere mere ombre. In particolare, Il nodo del tempo fa da cornice a una narrazione familiare in cui si intrecciano le esperienze di Assunta, una donna che cresce tra speranze e dolori, e di altri membri della sua famiglia, ognuno dei quali lascia impronte indelebili nel tessuto della sua memoria. Attraverso lettere, dialoghi e silenzi, il lettore viene invitato a vivere l’intensità di emozioni che solo la storia può regalare. In occasione del festival del libro, è doveroso ricordare che il mio percorso è stato costellato da esperienze che mi hanno segnato profondamente. Con il mio lavoro nella robotica, a contatto con ambiti di lavoro diversi, in nazioni e continenti diversi, culture e tradizioni scoperte di volta in volta, ho avuto modo di confrontarmi con la moderna tecnologia e l’innovazione, con tradizioni e costumi talvolta simili, molto spesso lontane dalle nostre, ma è proprio in questo connubio tra il vecchio e il nuovo che risiede la mia particolare visione. Con la mia narrativa provo ad aprire una finestra su un tempo che sembra lontano eppure estremamente attuale: quello dei conflitti interiori, dei sacrifici e delle rinascite.