Partecipano Bruno Mellano, garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte
e Monica Cristina Gallo, garante dei diritti delle persone private della libertà della città di Torino
Il libro di Trocino tende la mano a chi sta per essere immerso irreparabilmente nel fiume Lete. Non solo ricorda ciò che è esistito, lo fa riemergere dalle acque, gli restituisce un nome e un cognome, ma riconosce il diritto alla storia anche a chi è morto lì dove regna la marginalizzazione. Leggendo queste pagine si scopre una cosa ovvia, eppure rimossa: anche chi è recluso ha qualcuno fuori che lo ricorda, qualcuno che gli voleva bene, qualcuno a cui è stato strappato un pezzo di mondo e che ora non è più lo stesso.
Dalla prefazione di Luigi Manconi e Marica Fantauzzi
Alessandro Trocino, giornalista, scrive di politica e cultura per il “Corriere della Sera” dove lavora dal 1999, prima in cronaca nazionale, poi per 13 anni nella redazione politica come cronista parlamentare a Roma. Ha pubblicato Razza padana (con Adalberto Signore, 2008), Popstar della cultura (2011), La carbonara non esiste (2019) e Scerbanenco a Milano (2024).